Un secolo fa la Teoria della relatività di Einstein.

di Rosanna Pilolli 28/10/2015 SCIENZA E TECNOLOGIA
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Dal prossimo novembre festeggeremo il centesimo compleanno della teoria della relatività generale. Con essa il fisico tedesco Albert Einstein (in seguito naturalizzato americano) nel 1915, ha posto le basi di uno dei concetti più rivoluzionari della fisica: la soluzione del  conflitto tra la relatività ristretta e la teoria della gravitazione di Newton: “la più sorprendente combinazione di penetrazione filosofica, intuizione fisica e abilità matematica”. Aveva così preso il via una teoria che unificava le forze ritenute fondamentali da Einstein, la natura, la forza di gravità  e l’iterazione elettromagnetica. Da queste sarebbe stato possibile attingere a tutti i fenomeni della realtà naturale.

Lo studio della teoria del geniale fisico era iniziata già da dieci anni. Tra il 17 marzo e il 19 dicembre 1905 infatti,in poco più di nove mesi, Einstein licenziava due lavori nei quali cercava i motivi unificanti della fisica ad ogni livello. Il suo scopo era quello di ricondurre alcuni fenomeni in apparenza indipendenti tra loro entro i due alvei fondamentali della teoria fisica: la teoria meccanica di Newton e la teoria del campo elettromagnetico di Maxwell. Poco prima della pubblicazione, a fine stesura ebbe un ripensamento sulla completezza degli assunti espressi nell’ultimo articolo preparato per la prestigiosa rivista scientifica “Annalen der Physik” e aggiunse in un post scriptum quale sarebbe stata la conseguenza definitiva di quanto aveva scritto espressa in una formula divenuta nel tempo emblematica:” E= mc2 “ nella quale E è l’energia, m. la massa di un corpo c la velocità della luce. La formula enunciava la Teoria della relatività ristretta che ha rivoluzionato tutto il sistema di Galileo scardinando le fondamenta su cui esso poggiava: lo spazio, il tempo assoluto e la relatività del moto. Ma è solo nel 1915 che Einstein riuscì a risolvere il conflitto tra la relatività ristretta e la teoria della gravitazione di Newton.

Nell’immaginario generale questo geniale studioso non è stato soltanto il grande scienziato, il genio rivoluzionario della fisica, l’autore della teoria della relatività per la quale non ricevette il Nobel che invece gli fu attribuito nel 1921 per la spiegazione dell’effetto fotoelettrico, ma anche un pensatore universale per le sue convinte posizioni umanitarie e pacifiste, per la sua contrarietà all’uso delle armi nucleari. Negli ultimi anni di vita aveva incontrato il socialismo e molti lo consideravano perfino un comunista.

Einstein intransigente come ricercatore e come uomo. E sorprendentemente è stato anche  il primo uomo di scienza divenuto l’icona pop del ‘900. Celebri le sue frasi ironiche con le quali accompagnava la spiegazione della sua teoria: “quando un uomo siede per un’ora in compagnia di una bella ragazza, gli sembra che sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa à la relatività”.  Albert Einstein il premio Nobel che fa la linguaccia, il vecchio “folle” e irridente ha rivelato il  lato popolare e avvincente della scienza basato sulla ideazione e sull’immaginazione. La scienza dopo di lui è diventata anche bellezza:  arte contro il conformismo delle idee.


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